domenica 25 aprile 2010

Shanghai: per il laowai che non deve chiedere, mai!


Un venerdì sera di inizio marzo decido improvvisamente che è giunto il momento di visitare Shanghai. Daltronde sono qui da un bel po’ e non ho ancora visto la “Parigi d’oriente”, la citta più grande e moderna della Cina. Prenoto il volo e sabato alle 5 mi alzo, non senza fatica, per andare in aeroporto. Esco e nevica. A Shanghai forse farà più caldo...Arrivo all’aeroporto di Hongqiao, il secondo di Shanghai...un po’ deludente, piuttosto piccolo. E sembra di essere già quasi in centro. Tutti mi avevano detto che Shanghai è costosa, ma io per 40 Euri ho trovato un albergo con king size business room e river view, drink di benvenuto, tutti i comfort necessari e superflui, TV al plasma da 42” concanali internazionali, personale che parla inglese (che da queste parti non è così scontato) e soprattutto è pulito.
Si notano subito alcune differenze rispetto a Pechino; la città, benchè enorme, è molto a misura d’uomo. Le strade del centro non sono larghe come due campi da calcio, ci sono molti più negozi lungo le vie, le case sono più basse (grattacieli a parte), i colpi di clacson sono ogni 5 sec anzichè ogni 2, la cameriera dello Starbucks parla inglese. Sembra quasi una città europea, e sembra che qui la gente abbia la concezione di “passeggiata” o “giro in centro”, “giro al Sass” per i trentini, anzichè quella di “giro allo shopping mall” dei pechinesi. Più europea dicevo, il chè può fare piacere, ma mancano forse quelle scene di cinesità rurale trash tipiche di altre città meno modernizzate.
Ogni 50 metri c’è qualcuno che vuole vendermi un rolex o una borsa di Chanel. Al quinto venditore chiedo se è interessato al mio cellulare vecchio 7 anni. Sembra disposto a darmi 50 Euri...che voglia venderlo come antiquariato?
Secondo giorno, visita ai grattacieli vicino al fiume con vista panoramica dalla cima della Pearl tower. Dai 400 m del punto panoramico si avrebbe una bella visuale se non fosse per la nebbia. Comunque 15 euro per prendere un ascensore sembrano un po’ rubati. La “hostess” dell’ascensore ripete in cinese e inglese qualcosa tipo: “benvenuti nella Pear Tower, la torre più alta di Shanghai e la terza del mondo. L’ascensore sta viaggiando a una velocità di 3 m/s...sono distratto dalla sua espressione scazzatissima. Probabilmente oggi è la 150esima volta che ripete la stessa frase. Quando le porte si aprono le chiedo qualcosa e non mi sorprendo quando mi gurada stupita come per dire: nessuno mi ha detto che devo rispondere a eventuali domande, io sono pagata per ripetere “la frase”. Lascio perdere...
Uscito dalla torre mi predo un cappuccino in una copia cinese dello Starbucks. Il cappuccino è ovviamente un beverone da 0,5 l. Sul tavolino a fianco al mio si siede un tipo sulla sessantina. Una ragazza gli si siede di fronte e chiede al vecchio (o ameno penso che abbia chiesto):
- Scusi, potrebbe sedersi sul tavolino dietro di lei, già occupato da una persona ma con una sedia libera? Così su questo possiamo sederci io e il mio ragazzo.
- Non ci penso nemmeno, hahaha
- Noi siamo in due, Lei è da solo...
- Aspettate il vostro turno, sono arrivato prima io, perchè dovrei andare a sedermi vicino a una sconosciuta? Se volete aspettare aspettate e se no andate in mona, hahaha.
Arriva il ragazzo, prende una sedia e si siede tra la tipa e il vecchio. Cominciano gli sguardi di sfida.
- perchè minchia non ti siedi lì dietro, vecchio?
- Siediti tu con quella racchia lì dietro!
- Che cazzo ti costa vecchio bastardo?
- Che cazzo ti costa a te aspettare? Sono arrivato prima io, vai fuori dai coglioni
- Vecchio di merda!
Il giovane si alza assieme alla tipa per uscire, e nel farlo tira uno schiaffo all'anziano facendo rimbombare il locale. A questo punto il vecchio lo insegue brandendo un giornale arrotolato. La scena si sposta all’esterno dove i due si prendono a sberle; la ragazza cerca di separarli e la solita folla di guardoni si forma attorno ai tre. Il tutto si conclude con il ragazzo che tira il bicchierone di frappuccino gusto caramel addosso al vecchio e se ne va. Quanto mi piacciono questi Chinese Drama!
Torno a Pechino. Nevica ancora. C’è una coda lunghissima di gente per i taxi ma essendo tardi non ho altre alternative per tornare a casa. Quando arriva il mio turno il tipo che direge le operazioni mi indica il mio taxi. Entro in macchina sul sedile posteriore (in Cina non mi siedo mai davanti, le sventate d'alito all'aglio dei tassisti sono famose) e mi siedo. Sto per chiudere la porta quando un cinese cerca di entrare nel posto davanti. Lo guardo con aria interrogativa. Mi guarda a sua volta e mi fa:
- this is my taxi.
- e perchè sarebbe tuo?
- quel tipo mi ha indicato questa macchina.
- il fatto che io ero già qui seduto significa che o quel tipo si è sbagliato o ti sei sbagliato tu.
Mi fissa con aria stupita...fa niente, sono stanco, nevica e non ho voglia di litigare. Esco, faccio due metri e prendo il taxi subito dietro.

In conclusione: DJ Justice of Hell vi invita cordialmente a visitare Shanghai.

2 commenti:

Davide ha detto...

Sono stato a Shanghai per la prima volta nel 1993; niente torri, niente metropolitana; davanti al Bund c'erano solo dei campi. Una città cinese, nel bello e nel brutto. Adesso è un theme park, non mi piace per niente.

Anonimo ha detto...

ma come? niente rissa? mi aspettavo un colpo da karateka occidentale trapiantato...chessò, la mossa dei cinque passi o la nebulizzazione di hokuto...