sabato 9 maggio 2009

Pranzo con i VIPS


Venerdì 8 maggio. Come di consueto quando vado a lavorare in cantiere, anche oggi indosso vestiti senza troppe pretese. E anzi, dato che fa caldo mi metto un a t-shirt anzichè la camicia, infilo le pumas impolverate e parto. Stranamente in cantiere (che ormai non è più un cantiere, l'edificio è finito) c'è un insolito viavai di cinesi. E inoltre è stata allestita una sorta di esposizione riguardante il ministero dell'ambiente cinese. Mi informano che è perchè oggi verrà in visita il signor ministro in persona. Comunque, a me non cambia niente e proseguo il mio giro d'ispezione alla ricerca delle solite cagate alla cinese (controsoffitti storti, tubi che perdono, vetri rotti, piastrelle non complanari, siliconature sbagliate ecc). Arrivo così nella mensa/sala da pranzo e scopro che è stato preparato un banchetto in onore del ministro. Ministro o no, è un abbondante e gustoso pranzo gratis, posso farmelo sfuggire? Incontro il responsabile tecnico cinese e chiedo spudoratamente se non è che possa andare anche io al buffet. Risponde, ovvio che sì! Mah, sarà...però prima mica mi avevi invitato. Ad ogni modo...una volta arrivati nella sala da pranzo, salta fuori una tipa che dice che dobbiamo ovviamente aspettare il ministro in piedi, e quando arriva fare un'applauso caloroso. Il ministro arriva, io non applaudo, lui si siede al centro del tavolo riservato ai vips e io mi avvento sui tavoli delle cibarie....non faccio in tempo, il responsabile cinese mi chiama e mi fa....Come David, you sit at the minister table...gli faccio, ma no, non serve...ma non hanno accettato un no come risposta, e con una maglietta impoverata e la mano destra sporca di vernice blu (su un macchinario che ero andato a vedere prima c'era scritto vernice fresca, ma in cinese) ho stretto la mano al ministro e mi sono seduto. Mi sono trattenuto dal complimentarmi con mister protezione ambientale per gli ottimi risultati ottenuti....per chi non lo capisse sono sarcastico. Per fortuna se ne è andato presto e mi sono potuto lanciare senza pudore sul tavolo dei dolci.
P.S. Mi sono mezzo ubriacato
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giovedì 7 maggio 2009

Beidaihe parte seconda (cannoni di Navarone)


(continua dal post precedente) ... La serata passa con un sottofondo di "mi fa male di pancia" e "mi viene da vomitare" (d'ora in poi la colonna sonora sarà riportata fra parentesi). La mattina seguente andiamo in spiaggia a due passi dall'albergo (che mal di pancia), decisamente meglio di quella fregatura da 5 euro del giorno prima. L'idea è quella di tornare a Pechino nel pomeriggio. così prendiamo finalmente l'autobus 34 (mi viene da vomitare) per la stazione di Qinhuangdao. Ovviamente siccome sono un genio del crimine organizzato non ho pensato che c'erano miliardi di cinesi in ferie e non ho prenotato i biglietti di ritorno. Alla stazione ci dicono che i primi posti liberi sono alle 6.30 del mattino dopo....pesante. Però non ho neanche voglia di farmi fregare da qualche taxi abusivo (che mal di stomaco) e decidiamo di fermarci un'altra mezza giornata. Torniamo in spiaggia (ho la nausea + mal di stomaco). Scegliamo una spiaggia diversa che però fa un po' schifo. Quindi cominciamo a camminare lungo la costa per trovarne una migliore. La vediamo dietro alcuni scogli (lasciami riposare un po', ho mal di pancia). Mentre superiamo questi scogli, cioè una decina di sassi, mi viene in mente Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo quando in infradito si caga in mano mentre si arrampica su scogli alti 40 cm. Non ero io quello (che mal di stomaco) in infradito. Alla fine dell'impresa mi sento dire: "ecco, vuoi sempre andare in montagna, bene o male oggi hai fatto na roba simile"....la brutale risposta è :"dieci cazzo di sassi non sono una fottuta montagna!". Pomeriggio in spiaggia, poi (mal di pancia) torniamo in città. Cerchiamo un hotel vicino alla stazione dato che dobbiamo svegliarci verso le 5.30 e prendere il treno. Nell'hotel più vicino la signorina della reception dice: "In questo hotel non accettiamo stranieri".....Faccio il sorriso più ampio possibile e ringrazio. Usciamo e ci si avventano addosso degli abusivi che ci dicono che ci portano loro nei posti giusti, senza di loro non possiamo trovare un posto dove stare. Li mando letteralmente a cagare e quando uno scatarra faccio un verso di disgusto guardandolo minaccioso. Il secondo albergo è quello buono, costa di più ma non ho voglia di avere a che fare con altri sfigati. Alla reception si fotocopiano il mio passaporto come di consueto. Una volta arrivati in camera mi telefonano e mi chiedono di rivedere il visto sul passaporto. Li accontento, e mi dicono in cinese (quindi non capisco quale sia il vero problema) che hanno problemi nella verifica del visto. Ma che cazzo sono, receptionist o poliziotti di dogana? Mi chiedono di lasciare il passaporto alla reception per ulteriori verifiche. Sono ormai un fungo atomico sterminatore...mostro loro il visto, il timbro d'entrata, la registrazione come residente a Pechino (per la quale il visto è già stato verificato) e dico loro che alle 5 devo ripartire quindi è meglio che le loro cazzate le facciano alla svelta. Strano, 10 minuti dopo mi riportano il tutto in camera (che mal di stomaco). Devo ricordarmi che in Cina chi parla più forte ha ragione. Il viaggio di ritorno va relativamente bene dato che riesco a dormire finchè il classico coglione di turno fa partire la musica del cellulare. Finalmente arrivo a Pechino (che mal di pancia)...strano a dirsi ma in questi momenti questa città mi piace, sembra quasi civilizzata. Ed è pure finito quel rumore di fondo...

lunedì 4 maggio 2009

Beidaihe parte prima (sono una macchina da corsa e tu mi stai spingendo al massimo - parte 2)


Considerando quanto detto due post fa, abbandoniamo l'idea della macchina. Che fare allora? Andare a vedere il muro antimongoli? No, vedo mattoni e sassi tutti i giorni... Il porto di Tianjin? Idea parecchio malsana...Campagne di periferia di Pechino? Tristezza... Idea! prendiamo il treno e andiamo al mare! Il posto con quella che sembra essere una spiaggia decente più vicino a Pechino è Beidaihe; non sono i tropici ma è pur sempre mare. Partiamo sabato mattina decisamente presto. Ma a dire il vero un po' tardi perchè mi riaddormento dopo la sveglia e devo ingoiare la colazione mentre mi vesto nel taxi per arrivare in tempo in stazione. Il viaggio fila liscio, anche perchè per quanto ho visto finora i treni cinesi sono tenuti meglio di quelli europei. Ma qualcuno mi deve spiegare perchè ai cinesi piace ascoltare musica tipo Gigi D'Alessio cinese col cellulare senza auricolari ad un volume che lo senta l'intera carrozza...vogliono far vedere quanto pompano le casse dei loro cellulari? Arriviamo a Qinhuangdao, che tra le altre cose è la città più triste che abbia mai visto. Da qui possiamo prendere un taxi per Beidaihe o prendere un autobus. Appena fuori dalla stazione siamo assaliti da tassisti regolari e abusivi che cercano di portarci dove sperano loro. Io a questo punto propongo l'autobus, se non per altro perchè odio quando la gente è così insistente. Ora, dato che i professori universitari da queste parti non parlano inglese, e neanche i dipendenti del mcdonald, suppongo che anche gli autisti degli autobus non lo parlino. Io ,se riuscissi a comunicarci, per prendere l'autobus giusto avrei chiesto a uno di loro. Mi aspetto che la mia lei faccia la stessa cosa, invece si fionda in un'agenzia viaggi che ha cominciato a proporci mete strane, noleggi di auto (con conducente), tour per vedere il solito muro cinese che arriva fino al mare, e che inoltre ci assicurava che solo affidandoci a loro saremmo arrivati dove volevamo e al prezzo migliore. Siamo usciti e abbiamo preso un taxi. L'autista del taxi ci ha dato una cartina, sulla quale erano segnate le linee degli autobus....il 34 era il nostro, ma ormai eravamo in taxi e comunque a detta di qualcuno è colpa mia che non organizzo mai niente e non mi informo. Nel frattempo quel qualcuno ha cambiato idea e ha deciso che Nandaihe (nan = sud) è più ficco di Beidaihe (bei =nord). Quindi vai alla grande a Nandaihe, che è veramente in mezzo al nulla. Arriviamo in un posto dove bisogna pagare 5 euro per entrare in una sorta di parco con accesso alla spiaggia...va beh, paghiamo sti 5 euro. Il biglietto d'ingresso dà anche la possibilità di usufruire di vari servizi ed attrazioni disseminati per il parco....tipo una seggiovia di 30 anni fa (wow, mai vista una), una collina di sabbia dove una mandria di cinesi faceva mezzora buona di fila per slittarsi sulla sabbia con una scatola di legno (discesa di 5 secondi) e cose del genere. Noi andiamo dritti in spiaggia. Ok, la temperatura non era africana, l'acqua ancora freddina, ma non vedevo nessuno in acqua. I più erano vestiti di tutto punto, e stavano impalati sulla spiaggia o cercavano conchiglie (a 30 anni, io lo facevo a 3) o aspettavano che arrivasse l'onda per correre indietro ed evitare l'acqua. Sti cinesi sulla spiaggia sono uno spettacolo. Neanche un bikini. Io mi faccio la mia nuotata (effettivamente piuttosto freddina) e mi ustiono per bene. Convinco anche la fiona che si incazza perchè si è abbronzata troppo (per chi non lo sapesse i cinesi hanno la sindrome di Michael Jackson). Dato che a Nandaihe a parte questo parco non c'è nient'altro (ancora non trovo una ragione valida per far pagare 5 euro), di sera torniamo a Beidaihe per cercare un'albergo. Entriamo in un primo albergo e resto allibito dalle parole del tipo della reception: "siete assieme?" - "Si"; "Qui non diamo stanze a stranieri" - "Cheeeeeee?????!!!!!!!" Non so se pisciargli nella hall o complimentarmi con questo genio del business. E poi quali stranieri? Tutti o solo i bianchi/neri/giapponesi? Quelli di Hong Kong saranno considerati stranieri? In fondo hanno bisogno del passaporto per entrare in Cina. E i cinesi dello Xinjan che non parlano cinese e sembrano afgani? Usciamo, e decido che da questo momento in poi odierò tutti i cinesi di questo posto. Il secondo albergo accetta stranieri. Vogliono 150 Yuan (16 neuroni) ma contrattiamo e arriviamo a 120. La stanza non valeva neanche quelli. Usciamo per una cena a base di pesce (quello almeno è buono) e poi giriamo per il centro. I negozi vendono, tutti, costumi da bagno, collane e altre minchiate di conchiglie e pesce essiccato. Un trinomio onnipresente. In uno decidiamo di provare un tipo di pesce secco che scopriamo essere fatto di fettine di calamari. Detta così sembra immodizia ma in realtà è buono. Infatti ne ho comprato un po', e ce lo mangiamo per strada. Un'idea mi passa per la testa. Io ho toccato quel pesce nel vassoio del negozio, la Fiona anche, la commessa ci ha praticamente scavato dentro. Quanti altri lo hanno toccato prima di noi? E conoscendo l'igiene cinese....peglio non pensarci. Ad ogni modo, non si sa se per il pesce, per il sole del pomeriggio o per il sacro Mao, alla Fiona viene mal di stomaco e per me inizia il supplizio del "my stomach hurts". (continua)