martedì 22 marzo 2011

Welcome to Beijing Taxi part 2


Quella che segue è la disavventura capitatami su un taxi qualche giorno fa, dovendo andare a incontrare un collega cinese a Sanyuanchao, località di Pechino.

Driver: Qu Nar? (Dove?)
Io: Sanyuanchao
Driver: AHHHH?? (EHHH?)
Io: Sanyuanchao
Driver: Sanyuanchao?
Io: Du-he (Si)
...
Io (con le poche parole di cinese che conosco): dritto poi prendi il 3° anello est... ...perchè non vai dritto?
Driver (gesticolando con movimenti circolari del braccio): faccio il giro e prendo la superstrada.
Io: ok...
Io (dopo che il taxi ha saltato l'uscita per la superstrada): driver, perchè non hai preso la superstrada? Sanyuanchao, SAN YUAN CHAO, conosci questa località?
Driver: Du-he du-he!!
Io: perchè allora te ne stai allontanando? E' nella direzione opposta...Ok, facciamo così, alla prossima gira a destra ti porti sul 3° anello nord e via alla grande...aspetta, perchè ora stai entrando in vicoli stretti, bui e sconosciuti? Ok, facciamo così, chiamo il mio collega che mi sta aspettando da 20 minuti al freddo, forse è la mia pronuncia che ti mette in difficoltà. Ecco, prendi il telefono, il mio collega ti illuminerà sulla strada da prendere.
Driver: ni hao
Collega: !"£%£%%£"&)(/&%$£@
Driver: !"£$%&/()=?^^?=)(/&%$£"

La coversazione tra i due dura buoni 5 minuti, ma qui in Cina è normale...finalmente il driver mi ripassa il telefono, quindi chiedo al mio collega: ok?
Risposta rassicurante: OK!
Chiedo conferma anche al driver: Ok?
Driver: OK!!
....
Io: devo prendere atto che hai preso la direzione giusta, ma perchè hai scelto questa strada super trafficata piena di semafori tutti rossi quando c'era la superstrada dritta e quasi vuota? Ora devi anche fare un'inversione ad U attraversando le cinque corsie del senso opposto pregando Buddha e Confucio che ce la mandino buona.

Finalmente riusciamo ad arrivare; tempo di percorrenza e costo normali: 10 minuti e 15 RMB.
Quelli di oggi: 45 min, 40 RMB. Avrà fatto apposta? E per qualche motivo mentre scendevo me ne ha pure dette quattro...mah.

Sale quanto basta


Brutta storia quella del Giappone! Non bastava un terremoto, non bastava uno tsunami, ora c'è anche il problema radiazioni. Ma non son qui per parlare della catastrofe, dato che c'è già chi lo fa e meglio di me. Pensare che per la festa della pulizia delle tombe (si si, è una festa nazionale cinese) di inizio aprile avevo pensato di fare un salto a Tokyo. Ovviamente il mio piano malefico ora è cambiato, ma ci sono abituato (e di questo ne parlerò magari in un prossimo post). Ad ogni modo, essendo la Cina non troppo distante dal Giappone, anche qui la gente ha cominciato a preoccuparsi. La sindrome cinese colpisce la Cina. Ora, l'ignoranza è una cattiva compagnia, e quando è unita alla paura fa sempre casini. D'altro canto non è colpa della gente comune ma piuttosto di chi dovrebbe dare informazioni corrette. Fatto sta che qualcuno ha sparso la voce che il sale è un antidoto per le radiazioni. I più furbi e svelti sono andati a comprarsi quello arricchito di iodio, che è l'unico che nel caso potrebbe servire a qualcosa; gli altri si sono buttati sul classico NaCl, importante per la cucina quanto assolutamente inutile contro Cesio 137 e compagni. In pochi giorni è finito il sale nei supermercati. Addirittura pare che un tizio ne abbia ingurgitato talmente tanto che ci ha lasciato le penne.
Che poi non capisco, il 99% della popolazione maschile cinese fuma due pacchetti al giorno di sigarette il cui tabacco è probabilmente coltivato su depositi di piombo e vivono in città la cui aria poco cangerogana non mi pare, perchè ci si preoccupa così tanto di un po' di radiazioni che arrivano da 1500 Km di distanza? Mi torna in mente il periodo della febbre suina. A quel tempo la gente credeva che il miglior vaccino fosse l'aglio. Già in condizioni normali se ne mangiano in quantità industriale, e si sente, figuriamoci come sarà stato l'alito dei tassisti (che in cina, è risaputo, è il peggiore di tutti) nei giorni della swine flu. Però almeno funziona per i vampiri, qui non ne ho ancora visto uno.

venerdì 14 gennaio 2011

Quei due l'hanno fatta grossa!



Uccisione multipla!! Hiiiiihaaaaaa!! Cazzo che bbotta!!!
E' successo! Quelle due cagne si sono sposate! Congratulazioni ad Ari e Mike!
Vista l'importanza del compito assegnatomi (ero uno dei testimoni), non potevo mancare. Ho quindi anticipato il volo di rientro previsto per le ferie di Natale, accorciando di parecchio la permanenza in Italia (solo 3 giorni effettivi) per permettermi di fare poi le giuste ferie in Thailandia (di cui parlerò in seguito).
E quindi eccoci qui a Rovereto il 4 dicembre per il grande evento. Con l'occasione rivedo pure i vecchi amici dell'erasmus, la Lale, Gnolo e Xavier il saloppe arrivato dalla Svizzera. La gente che conta c'è. Il fiorista mi impartisce le nozioni base di buon testimone mentre mi sistema i fiori sul colletto del vestito. Ha nevicato la sera prima e fa piuttosto freddo ma chissenefrega. Il Mike (lo sposo) è il più tranquillo dei presenti. La cerimonia passa tranquilla, rito del lancio del riso e poi tutti al ristorante, che è a diversi Km su per la montagna. Non so la strada, Xavier mi dice di seguire lui. Perchè mai vado a seguire un Francese residente in Svizzera per le strade nei dintorni di Rovereto? Infatti canniamo strada. Passo al comando e arriviamo a destinazione dopo aver superato le macchine dei bergamaschi che senza gomme invernali sono bloccate sulle strade innevate.
Durante il pranzo da bravo testimone vengo ingaggiato come paggio reggicappotti mentre gli sposi fanno le foto all'esterno nella neve. Scopro così che le scarpe con suola liscia in cuoio non sono male come sci da fondo.
Finisce il pranzo ed è l'ora dei cappelli da Cowboy. Come è nata la storia dei cappelli da cowboy nessuno se lo ricorda, ma questa era la promessa. Nel caso di matrimonio di uno dei 3 Kings of Ka (Mike - Silvio - Me), indossare cappelli da cowboy sarebbe stato d'obbligo. E così è, per dio! Nessuno aveva dubbi che la prima volta si sarebbero usati per il Mike. Cominciano i balli, il vino comincia a fare effetto, soprattutto su Xavier. Cazzo sono il guidatore e devo trattenermi.
In preda all'euforia assieme a Gnolo afferriamo la sposa sulle spalle come un tronco e la facciamo volare (centrifugare) per la pista.
A notte inoltrata c'è spazio pure per una digressione Metal coi Kings of Ka che si cimentano nel Karaoke con Toxicity urlato a squarciagola. Mi torna alla mente la festa a Karlsruhe di 3 anni prima. Allora però il livello alcolico era ben maggiore.
Purtroppo arriva l'ora di tornare a casa; Il giorno dopo ho il volo di ritorno per Pechino. Festa stupenda e gente stupenda.

Le pagelle:

Xavier - 9: è tornato quello di un tempo. Arriva dritto dalla Svizzera con moglie incinta, ci da dentro col vino, parla Italiano quasi meglio di me. Showman.

Piero - 3: come cazzo fa a sbagliare giorno e arrivare 4 ore in ritardo? E guarda pure senza troppa disinvoltura la scollatura della Lale. Monazza

Lale - 9: grande Lale, non ti vedevo da anni e anni ma sei sempre la solita simpa. Solare

Cantante (non me ne voglia ma non ricordo il nome) - 9: ottima selezione musicale, grandissima voce, passa dai classici da matrimoni ai Prodigy al Metal. Fenomeno

Tipa riccia che piaceva a Gnolo - SV: prima accetta di ballare un lento con Gnolo poi improvvisamente scoppia in lacrime. Imprevedibile.

Berga - SV: non lo conosco ma è un personaggio. Si presenta con giacchetta, maglietta con lingua dei Rolling Stones, jeans con zip (volutamente?) aperta e occhiali da sole con montatura in plastica fucsia. Eccentrico

Gnolo - 9: Arriva da Roma e si colloca a casa mia dove rischia di essere azzannato dalla mia cagna. Si dimostra sempre lo stesso SdS di sempre, poco organizzato, poco responsabile, super divertente. Spacca alla grande assieme agli altri due cazzoni dei Kings of Ka, si lancia nei classici balli psichedelici, balla con la riccia che per qualche motivo scoppia a piangere (che cazzo combini?). Bizzarro!

Ari e Mike - 10: perfetti. Glory to the Brave!

mercoledì 12 gennaio 2011

Gambei!


Succede spesso da queste parti di dover partecipare a pranzi e cene di lavoro; in genere dopo la firma di un contratto, dopo un meeting di una certa importanza ma a volte anche senza un motivo particolare, le varie imprese e società invitano tutti a mangiare. A seconda delle occasioni si passa da lussuosi ristoranti con stanzetta riservata con il classico tavolone rotondo con disco rotante centrale e draghi dipinti sulle pareti a ristoranti più modesti (bettole) pieni di fumo e con chopstick (bacchette) poco lavate. L'elemento comune sempre presente è il famigerato Baijiu, di cui parlerò a breve.
In genere preferisco i pranzi in posti non troppo chickettosi, dove l'ambiente è più rilassato e dove in genere il numero di portate è inferiore e si finisce prima. E dove in genere capisco cosa sto mangiando.
Nelle cene più lussuose invece i piatti non si contano e ormai non chiedo nenache più cosa contengono. Spesso nemmeno i cinesi lo sanno. Bene o male la regola è che più la combinazione degli ingredienti è strana e più il piatto è considerato raffinato. Alcuni esempi di cibarie strane che ho assaggiato sono:
- zuppa di pinna di pescecane. Io mi immaginavo un brodo con una pinna galleggiante. Invece si tratta di una brodaglia gelatinosa dal sapore di calzino (non che ne abbia mai assaggiato uno) che costa pure tanto.
- piedi d'anatra al wasabi
- funghi "orecchia del legno" nelle combinazioni più svariate
- granchi crudi marinati nell'alcool
- pelle di non ricordo che animale, che sia nell'aspetto che nel sapore si confonde con la trippa di agnello
- coni di pasta di mais ripieni di tentacoli di polipo caramellati
- le temibili uova dei cent'anni: uova dal colore nero che inizialmente mi piacevano pure finchè ho scoperto la procedura di preparazione. In breve si sepolgono delle uova in terra mista a calce viva e altre sostanze chimiche e lì si lasciano a "cuocere" (marcire?) per un paio di mesi.
- il famigerato cetriolo di mare (oluturia), stronzo di mare per gli amici. Su questo apro una digressione: per qualche motivo ai cinesi piace proprio e sono disposti a pagare pure un bel po' pur di assaporarlo. In ogni cena che si rispetti deve essere presente, se offri una cena e non lo ordini sei un marcione. Secondo la medicina cinese, che ha una tradizione di 5000 anni, e 5000 anni fa ne sapevano a pacchi, lo stronzo di mare possiede proprietà magiche per fertilità femminile ed è un ottimo sostituto del viagra. Secondo la tradizione occidentale invece è un viscido, gelatinoso e insapore vermone bitorzoluto. Mah...

Ora, per mandare giù tutto questo ben di dio, bisogna bere una bevanda saporita. Chi non beve alcolici si beve il tè verde. Anche qui avrei da ridire ma per questa volta lasciamo perdere. Ad ogni modo gli astemi non contano niente. Tutti i non astemi invece devono sorbirsi il Baijiu. Il Baijiu, che è un distillato di riso (credo) ed altri tesori della campagna cinese, fa perlomeno 54°. Un Baiju che si rispetti ne fa 57. Quindi tra una lingua d'anatra e un boccone di piede di maiale, giù uno shot di Baijiu. Ora un super alcolico che faccia passare la sete non lo ho ancora trovato, ma così è, si beve quello e non si discute. E poi ci sono i brindisi; se qualcuno brinda alla tua salute mica si può bere solo un sorsetto! Bisogna bersi di resta tutto il bicchierino. E i "gambei" (cin cin) per gli stranieri presenti non si contano. L'aspetto positivo è che se dopo tutto questo si riesce a mantenere un aspetto abbastanza sobrio si guadagnerà immancabilmente un certo rispetto. Un master o l'esperienza sul lavoro non contano. Conta saper bere. Regole del machismo cinese. L'aspetto negativo è che ogni volta che si viene invitati a pranzo c'è da mettere in preventivo di star male per un giorno e mezzo, oltre al fatto che si verificano le premesse per rimettere in discussione quanto deciso, scritto, approvato e firmato nel meeting di due ore prima.
Gambei!