lunedì 4 maggio 2009

Beidaihe parte prima (sono una macchina da corsa e tu mi stai spingendo al massimo - parte 2)


Considerando quanto detto due post fa, abbandoniamo l'idea della macchina. Che fare allora? Andare a vedere il muro antimongoli? No, vedo mattoni e sassi tutti i giorni... Il porto di Tianjin? Idea parecchio malsana...Campagne di periferia di Pechino? Tristezza... Idea! prendiamo il treno e andiamo al mare! Il posto con quella che sembra essere una spiaggia decente più vicino a Pechino è Beidaihe; non sono i tropici ma è pur sempre mare. Partiamo sabato mattina decisamente presto. Ma a dire il vero un po' tardi perchè mi riaddormento dopo la sveglia e devo ingoiare la colazione mentre mi vesto nel taxi per arrivare in tempo in stazione. Il viaggio fila liscio, anche perchè per quanto ho visto finora i treni cinesi sono tenuti meglio di quelli europei. Ma qualcuno mi deve spiegare perchè ai cinesi piace ascoltare musica tipo Gigi D'Alessio cinese col cellulare senza auricolari ad un volume che lo senta l'intera carrozza...vogliono far vedere quanto pompano le casse dei loro cellulari? Arriviamo a Qinhuangdao, che tra le altre cose è la città più triste che abbia mai visto. Da qui possiamo prendere un taxi per Beidaihe o prendere un autobus. Appena fuori dalla stazione siamo assaliti da tassisti regolari e abusivi che cercano di portarci dove sperano loro. Io a questo punto propongo l'autobus, se non per altro perchè odio quando la gente è così insistente. Ora, dato che i professori universitari da queste parti non parlano inglese, e neanche i dipendenti del mcdonald, suppongo che anche gli autisti degli autobus non lo parlino. Io ,se riuscissi a comunicarci, per prendere l'autobus giusto avrei chiesto a uno di loro. Mi aspetto che la mia lei faccia la stessa cosa, invece si fionda in un'agenzia viaggi che ha cominciato a proporci mete strane, noleggi di auto (con conducente), tour per vedere il solito muro cinese che arriva fino al mare, e che inoltre ci assicurava che solo affidandoci a loro saremmo arrivati dove volevamo e al prezzo migliore. Siamo usciti e abbiamo preso un taxi. L'autista del taxi ci ha dato una cartina, sulla quale erano segnate le linee degli autobus....il 34 era il nostro, ma ormai eravamo in taxi e comunque a detta di qualcuno è colpa mia che non organizzo mai niente e non mi informo. Nel frattempo quel qualcuno ha cambiato idea e ha deciso che Nandaihe (nan = sud) è più ficco di Beidaihe (bei =nord). Quindi vai alla grande a Nandaihe, che è veramente in mezzo al nulla. Arriviamo in un posto dove bisogna pagare 5 euro per entrare in una sorta di parco con accesso alla spiaggia...va beh, paghiamo sti 5 euro. Il biglietto d'ingresso dà anche la possibilità di usufruire di vari servizi ed attrazioni disseminati per il parco....tipo una seggiovia di 30 anni fa (wow, mai vista una), una collina di sabbia dove una mandria di cinesi faceva mezzora buona di fila per slittarsi sulla sabbia con una scatola di legno (discesa di 5 secondi) e cose del genere. Noi andiamo dritti in spiaggia. Ok, la temperatura non era africana, l'acqua ancora freddina, ma non vedevo nessuno in acqua. I più erano vestiti di tutto punto, e stavano impalati sulla spiaggia o cercavano conchiglie (a 30 anni, io lo facevo a 3) o aspettavano che arrivasse l'onda per correre indietro ed evitare l'acqua. Sti cinesi sulla spiaggia sono uno spettacolo. Neanche un bikini. Io mi faccio la mia nuotata (effettivamente piuttosto freddina) e mi ustiono per bene. Convinco anche la fiona che si incazza perchè si è abbronzata troppo (per chi non lo sapesse i cinesi hanno la sindrome di Michael Jackson). Dato che a Nandaihe a parte questo parco non c'è nient'altro (ancora non trovo una ragione valida per far pagare 5 euro), di sera torniamo a Beidaihe per cercare un'albergo. Entriamo in un primo albergo e resto allibito dalle parole del tipo della reception: "siete assieme?" - "Si"; "Qui non diamo stanze a stranieri" - "Cheeeeeee?????!!!!!!!" Non so se pisciargli nella hall o complimentarmi con questo genio del business. E poi quali stranieri? Tutti o solo i bianchi/neri/giapponesi? Quelli di Hong Kong saranno considerati stranieri? In fondo hanno bisogno del passaporto per entrare in Cina. E i cinesi dello Xinjan che non parlano cinese e sembrano afgani? Usciamo, e decido che da questo momento in poi odierò tutti i cinesi di questo posto. Il secondo albergo accetta stranieri. Vogliono 150 Yuan (16 neuroni) ma contrattiamo e arriviamo a 120. La stanza non valeva neanche quelli. Usciamo per una cena a base di pesce (quello almeno è buono) e poi giriamo per il centro. I negozi vendono, tutti, costumi da bagno, collane e altre minchiate di conchiglie e pesce essiccato. Un trinomio onnipresente. In uno decidiamo di provare un tipo di pesce secco che scopriamo essere fatto di fettine di calamari. Detta così sembra immodizia ma in realtà è buono. Infatti ne ho comprato un po', e ce lo mangiamo per strada. Un'idea mi passa per la testa. Io ho toccato quel pesce nel vassoio del negozio, la Fiona anche, la commessa ci ha praticamente scavato dentro. Quanti altri lo hanno toccato prima di noi? E conoscendo l'igiene cinese....peglio non pensarci. Ad ogni modo, non si sa se per il pesce, per il sole del pomeriggio o per il sacro Mao, alla Fiona viene mal di stomaco e per me inizia il supplizio del "my stomach hurts". (continua)

Nessun commento: